/Posted by: Ugo La Pietra
Al di fuori del sistema, dai primi anni sessanta fino al '75, si sono avvicendate una serie di esperienze che i detentori della disciplina architettonica hanno spesso ignorato o comunque sono facilmente riusciti a...
L'Architettura Radicale, 1966-73

Al di fuori del sistema, dai primi anni sessanta fino al '75, si sono avvicendate una serie di esperienze che i detentori della disciplina architettonica hanno spesso ignorato o comunque sono facilmente riusciti a liquidare in quanto nate e sviluppatesi in modo "anomalo".

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Uno dei primi esempi di “tipologia contaminata”: la boutique Altre Cose era collegata e viveva in rapporto alla prima discoteca milanese il “Bang Bang”. (con A. Jacober e P....
Negozio Altre Cose, Milano 1968

Uno dei primi esempi di “tipologia contaminata”: la boutique Altre Cose era collegata e viveva in rapporto alla prima discoteca milanese il “Bang Bang”. (con A. Jacober e P. Rizzato)

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Le immersioni sono un invito ad un comportamento di uscita dalla realtà per ritrovare il rifugio, in una sorta di privacy che è separazione e strumento di verifica delle possibilità di intervento attraverso elementi...
Le Immersioni, 1967/69

Le immersioni sono un invito ad un comportamento di uscita dalla realtà per ritrovare il rifugio, in una sorta di privacy che è separazione e strumento di verifica delle possibilità di intervento attraverso elementi di rottura che spostino i termini codificati della tradizione. Negli oggetti ambientali (abitacoli) realizzati in quegli anni, vengono recuperate tutte le esperienze precedenti legate al segno, al disturbo (randomico), alle "tessiture", a cui si aggiungono chiari riferimenti all’arte concettuale e al superamento dell’arte all’interno del "sistema dell’arte".

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La teoria del Sistema Disequilibrante applicata dal “segno” fino all’intervento urbano si colloca in una dimensione storica sufficientemente comprensibile: il rifiuto di operare nella logica del sistema e quindi l’individuazione di operazioni estetiche capaci...
Il Sistema Disequilibrante, 1967

La teoria del Sistema Disequilibrante applicata dal “segno” fino all’intervento urbano si colloca in una dimensione storica sufficientemente comprensibile: il rifiuto di operare nella logica del sistema e quindi l’individuazione di operazioni estetiche capaci di decodificare, provocare, dare la possibilità di rompere gli schemi precostituiti.

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Dalle ricerche pittoriche a quelle plastiche il passo fu breve e immediato portandomi verso una serie di “modelli” tridimensionali che accentuavano il fenomeno del disturbo e della deformazione del “Campo” programmato. “Modelli” che influenzano...
Le Strutturazioni Tissurali, 1966-1967

Dalle ricerche pittoriche a quelle plastiche il passo fu breve e immediato portandomi verso una serie di “modelli” tridimensionali che accentuavano il fenomeno del disturbo e della deformazione del “Campo” programmato. “Modelli” che influenzano anche la mia ricerca dall’oggetto d’uso all’intervento a scala urbana.

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Il segno come elemento di rottura di una situazione consolidata (programmata) è stata la base delle ricerche che mi hanno spinto fino all’analisi dei sistemi strutturali dell’ambiente urbano alla macroscala e hanno dato l’avvio...
Effetto Randomico, 1964-66

Il segno come elemento di rottura di una situazione consolidata (programmata) è stata la base delle ricerche che mi hanno spinto fino all’analisi dei sistemi strutturali dell’ambiente urbano alla macroscala e hanno dato l’avvio a quella teoria fatta di “elementi di disturbo” che verrà pubblicata con “Il sistema disequilibrante”.

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Già nel 1962 nela formulazione di alcuni principi sviluppati nelle ricerche condotte nella Facoltà di Architettura (con A. Seassaro) formulavo l’ipotesi di un processo sinestetico tra le arti, intendendo un processo creativo che attraversava...
La Sinestesia tra le Arti, 1962-1964

Già nel 1962 nela formulazione di alcuni principi sviluppati nelle ricerche condotte nella Facoltà di Architettura (con A. Seassaro) formulavo l’ipotesi di un processo sinestetico tra le arti, intendendo un processo creativo che attraversava tutte le discipline formali; avendo come minimo comune denominatore il “segno” e come strumento l’uso del “metodo dei modelli”.

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Dopo l’esperienza con il Gruppo del Cenobio, il lavoro intorno al segno continua nella Galleria Il Cenobio: cinque mostre ad argomento (80 opere circa) organizzate con Vittorio Orsenigo (il gruppo della “lepre lunare”) con opere...
La Lepre Lunare, 1964

Dopo l’esperienza con il Gruppo del Cenobio, il lavoro intorno al segno continua nella Galleria Il Cenobio: cinque mostre ad argomento (80 opere circa) organizzate con Vittorio Orsenigo (il gruppo della “lepre lunare”) con opere riferite a diversi argomenti estratti dal “Manuale di zoologia fantastica” di Jorge Luis Borges, ed. Einaudi, 1962

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La ricerca di un minimo sperimentali simbolico trova l’occasione di verifica e confronto nel gruppo formato con Sordini, Verga, Vermi e Ferrari. Un’esperienza breve ma intensa e che rappresneterà storicamente l’unico gruppo milanese che...
IL GRUPPO DEL CENOBIO, 1962-63

La ricerca di un minimo sperimentali simbolico trova l’occasione di verifica e confronto nel gruppo formato con Sordini, Verga, Vermi e Ferrari. Un’esperienza breve ma intensa e che rappresneterà storicamente l’unico gruppo milanese che sviluppò la cosiddetta corrente segnica in contrapposizione ai vari gruppi d’avanguardia che si identificavano nell’arte pop, oggettuale, cinetica.

/Posted by: Ugo La Pietra
IL SEGNO, 1959-1962 Già verso la fine degli anni Cinquanta riempivo fogli di disegni e dipingevo quadri su tavole di legno, erano opere con un forte segno, tracce che arricchivano i miei progetti ispirati a...
IL SEGNO, 1959-1962

Già verso la fine degli anni Cinquanta riempivo fogli di disegni e dipingevo quadri su tavole di legno, erano opere con un forte segno, tracce che arricchivano i miei progetti ispirati a Kiesler e in qualche modo mi facevano sentire vicino a Milani e Fontana.

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