Dal 2000 al 2007 La Pietra è impegnato nella sua ennesima esperienza didattica con la fondazione del Nuovo Dipartimento di “Progettazione artistica per l’impresa” all’interno dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Una grande occasione, non solo per l’Accademia che introduce finalmente un percorso didattico riferito al “progetto”, ma anche per tutta l’area delle Arti Applicate che trova così un suo territorio di studio e di ricerca. Un dipartimento segnato da nuovi corsi innovativi (come l’insegnamento dal titolo “Risorse del territorio”) e dai Laboratori di base (come quello sul feltro), con il coinvolgimento di settanta professori selezionati, professionisti di ampia esperienza nel settore.
Due mostre realizzate nella Sala Napoleonica dell’Accademia rappresentano gli importanti risultati di questa giovane esperienza didattica legata a questa area disciplinare. Un grande sforzo culturale e organizzativo che si interrompe con le dimissioni di La Pietra, essendo stato messo nelle condizioni di non riuscire più ad operare. Animatore e sperimentatore instancabile, questo decennio vede La Pietra ancora impegnato a sviluppare le tematiche delle arti applicate come Art Director della Fondazione Aldo Morelato a Cerea.
Attraverso le varie attività promosse dalla Fondazione Aldo Morelato, Ugo La Pietra svilupperà nella sede di Villa Dionisi: il Premio Internazionale “Il mobile significante” (con tematiche come “I luoghi dell’attesa”, “I luoghi dell’accoglienza”…), “Le giornate internazionali di Studio” in cui vengono affrontati da un gruppo di studiosi ed esperti temi legati alle Arte Applicate nel Mobile e la costituzione e ordinamento del MAAM, il Museo per le Arti Applicate nel Mobile.
Cinquanta anni di esperienze e di realizzazioni quasi sempre da collocarsi più sul territorio della ricerca che non in quello della produzione. Questi sono anche gli anni in cui una serie di strutture e Istituzioni riconoscono a La Pietra gli oramai quaranta e più anni di attività, in questo senso ampie rassegne sul suo lavoro vengono realizzate alla Fondazione Ragghianti di Lucca (a cura di Vittorio Fagone) alla Rocca Paolina di Perugia (a cura di Elisabetta Longari), alla Fondazione Mastroianni di Arpino (a cura di Luciano Caramel), alla Fondazione Mudima di Milano (a cura di Vittorio Fagone), a Palazzo Botton di Castellamonte (a cura di Simona Cesana), al Museo FRAC di Orléans (a cura di Marie Ange Brayer), al Museo MIC di Faenza (a cura di Franco Bertoni), allo Spazio Oberdan di Milano con la rassegna di suoi film dell’Archivio Fondazione Cineteca Italiana (a cura di Vittorio Fagone).
Rassegne che esplorano il lavoro di La Pietra attraverso approfondimenti verso le sue ricerche degli anni Sessanta e Settanta nell’ambiente urbano, ma anche verso le tante opere di arte applicata (soprattutto riferite alle varie esperienze realizzate con l’uso della ceramica). Mostre che ripercorrono le esperienze o le sperimentazioni (soprattutto degli anni Settanta) al PAC e alla Triennale di Milano, Alla Mole Vanvitelliana di Ancona, al Museo di Villa Croce a Genova.
Le tante mostre sono accompagnate anche da una serie di nuove opere e di installazioni, tra le più importanti vale la pena di ricordare tutti i lavori sulla territorialità: disegni, tele, ceramiche (Libri aperti), l’installazione “Natura” alla Mostra Internazionale di Scultura di Aglié (a cura di Luciano Caramel) e l’installazione “Unità del Mediterraneo” nella mostra “Atelier” alla Fondazione Orestiadi di Gibellina (a cura di Achille Bonito Oliva), i tanti disegni riallacciabili al viaggio immaginario nel Mediterraneo, le grandi tele riferite al terremoto Aquilano e all’anniversario del terremoto di Reggio Calabria e Messina. Alcune esperienze significative vengono rimesse in evidenza attraverso alcune pubblicazioni e riedizioni di oggetti.
Il libro “Globo tissurato” ripercorre tutte le esperienze nel mondo dell’arte e dell’arte applicata realizzate attraverso l’uso del metacrilato; la riedizione della libreria “Uno sull’altro” con la pubblicazione del libro ad essa dedicato, dimostra le relazioni sinestetiche tra varie discipline (arte, arte applicata, design, architettura) avendo come oggetto di riferimento il progetto di questa libreria, realizzata nel 1968 dalla ditta Poggi di Pavia; le mostre “Strutturazioni tissurali” (presso la galleria Annotazioni d’Arte di Milano) e “Minimi Segni” (presso la Galleria Artestudio di Milano) ripropongono all’attenzione del sistema dell’arte le ricerche dei primi anni Sessanta attraverso la pittura segnica e le ricerche dove il segno diventa elemento di disturbo della base programmata (pittura randomica).